Negli ultimi anni il Ticino ha distanziato nettamente tutti gli altri 25 Cantoni nell’accordare permessi B a stranieri per “importanti interessi pubblici”, per lo più di natura fiscale. Dal 2008 tale pratica ha riguardato 523 persone in tutta la Svizzera, di cui 200 (il 38% del totale) hanno ottenuto la dimora da Bellinzona.
I russi al primo posto – A livello federale sono i russi a guidare la classifica: fino alla fine del 2016 hanno ottenuto 165 permessi B (31,5%), seguiti da cittadini turchi (36 permessi, 7%), stando ai dati della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) pubblicati oggi dall’Aargauer Zeitung.
Dal 2008, la Legge federale sugli stranieri (LStr) all’articolo 30, lettera b, permette ai Cantoni di derogare alle condizioni di ammissione se un candidato all’immigrazione presenta “importanti interessi pubblici”. In generale si tratta di vantaggi finanziari, ossia di un “considerevole interesse fiscale”.
Globalisti
Il trattamento particolare concerne richieste di soggiorno da parte di persone senza attività lucrativa in Svizzera: concretamente si tratta dei cosiddetti globalisti, facoltosi cittadini stranieri tassati in modo forfettario in base alla “imposizione secondo il dispendio”.
I Cantoni sono comunque liberi di determinare autonomamente cosa costituisca a loro avviso l’importante interesse pubblico, ha detto all’ats Martin Reichlin, supplente del responsabile dell’informazione alla SEM.
Il nostro cantone in testa
Il Ticino ha fatto nettamente più uso della deroga concessa dalla LStr di qualsiasi altro Cantone: Ginevra, secondo nella graduatoria, ha concesso 91 permessi B. Seguono Zurigo (41), Zugo (33), Vaud (30), Obvaldo (22) e Vallese (20). Solo Soletta e i due Appenzello non hanno riconosciuto nessuno come dimorante per “importanti interessi pubblici”.
Quanto alle nazionalità delle persone che hanno ottenuto il trattamento di favore, dopo russi e turchi seguono statunitensi (21), canadesi (20), brasiliani (17), serbi (16) e ucraini (15). L’Aargauer Zeitung fa notare che anche quattro cittadini di Saint Kitts e Nevis, nelle Piccole Antille, hanno ottenuto la dimora dopo il 2013. Lo Stato insulare nel 2014 era salito alla ribalta della cronaca perché il Canada aveva vietato ai suoi cittadini il diritto all’immigrazione. L’argomentazione era che il Paese aveva venduto la cittadinanza a ricchi investitori coinvolti in transazioni finanziarie illegali.
Dal Permesso B al C
Uno dei vantaggi del permesso di dimora è che, dopo cinque anni, può essere trasformato in permesso C, di domicilio, che permette di risiedere in modo duraturo nella Confederazione.
Le regole per l’ottenimento del permesso B per i “comuni mortali” variano a seconda del Paese d’origine. Per i cittadini dell’Unione europea (Ue) e dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) il documento è destinato a persone che hanno un contratto di lavoro della durata di almeno un anno. Il permesso ha una validità di cinque anni ed è prolungato di altri cinque se i presupposti continuano a essere rispettati.
Anche chi si trasferisce in Svizzera da Ue e AELS senza esercitarvi un’attività lavorativa può ottenere un permesso B, se ha mezzi sufficienti al proprio sostentamento. Le persone che vogliono intraprendere un’attività lucrativa indipendente ottengono un permesso di cinque anni purché dimostrino la loro effettiva indipendenza.
Permessi a cittadini extra UE
Per i cittadini di Stati terzi (ossia non Ue né AELS), questo permesso, nel rispetto di contingenti, è generalmente limitato a un anno. È normalmente rinnovato annualmente, se non ci sono motivi che inducano a non farlo (per esempio il ricorso all’aiuto sociale o una condanna penale). Il permesso è legato al datore di lavoro.
La concessione facilitata di permessi di soggiorno non è affatto una specificità elvetica. Anche la metà dei Paesi dell’Ue e numerosi altri Stati dispongono dei cosiddetti “Investment migration programs”, con cui facilitano l’immigrazione di persone facoltose, globalisti. In Italia una legge in questo senso dovrebbe entrare in vigore in marzo.
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